(30science) – Roma, 23 set. – L’immunità acquisita contro gli allergeni alimentari potrebbe proteggere dall’infezione grave di Covid-19. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Immunology, condotto dagli scienziati dei Cyrex Laboratories, in Arizona. Il team, guidato da Aristo Vodjani, ha indagato sulle ragioni per cui esiste un’enorme difformità nella manifestazione della malattia, tanto che alcuni non riportano alcun sintomo, mentre altri sperimentano conseguenze molto gravi. I ricercatori ipotizzano che questa variabilità possa essere collegata alle proteine a cui il sistema immunitario è stato già esposto tramite vari stimoli. Cibi, vaccini, batteri e virus comuni possono infatti innescare una risposta immunologica specifica, che coinvolge gli anticorpi, e, in alcuni casi, potrebbe in qualche modo preparare l’organismo ad affrontare l’infezione da SARS-CoV-2. Gli esperti hanno eseguito dei test per valutare le reazioni anticorpali, esaminando la capacità degli anticorpi di legarsi a 180 proteine presenti in alimenti, due vaccini e 15 batteri e virus comuni. Stando a quanto emerge dall’indagine, l’organismo sembrava particolarmente resistente a Covid-19 dopo essere stato esposto a un comune batterio intestinale chiamato E. faecalis e al vaccino contro difterite, tetano e pertosse. Gli anticorpi sembravano reagire in modo deciso anche contro le proteine che si trovano in alimenti come broccoli, mandorle tostate, maiale, anacardi, latte, soia e ananas. “A volte si possono produrre anticorpi contro determinati alimenti – osserva Vodjani – ma in questi casi possono verificarsi reazioni allergiche anche molto gravi. Sebbene l’esposizione a queste proteine potrebbe in effetti fornire un certo grado di protezione contro SARS-CoV-2, non possiamo considerarli come sostituti dei vaccini. Saranno inoltre necessari ulteriori approfondimenti per confermare le nostre ipotesi. Il nostro lavoro potrebbe aprire la strada alla ricerca di trattamenti più efficaci contro i virus”. (30science)
Valentina Di Paola
Covid: la dieta che potrebbe proteggere dall’infezione
(23 Settembre 2022)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).