(30Science.com) – Roma, 21 gen. – Un doppio trapianto di rene da maiale è stato eseguito su un paziente umano cerebralmente morto. Descritto sull’American Journal of Transplantation, l’intervento è stato eseguito dagli scienziati dell’Università dell’Alabama a Birmingham (UAB), che hanno trapiantato due reni da un maiale geneticamente modificato in un uomo con morte cerebrale.
Il team, guidato da Jayme E. Locke, sottolinea che il trapianto di organi da donatori animali potrebbe essere estremamente utile per aumentare la disponibilità di organi e prevenire i numerosi decessi che si verificano a causa di mancanza di donatori. In molti stati americani i pazienti possono aspettare anche dieci anni per un rene compatibile e quasi cinquemila persone muoiono ogni anno nell’attesa.
Nel caso riportato sulla rivista scientifica, il ricevente, Jim Parsons, era un donatore di organi, morto cerebralmente a 57 anni. I suoi tessuti non erano però utilizzabili, e l’equipe medica ha chiesto alla famiglia l’autorizzazione per procedere con un intervento sperimentale volto a valutare la fattibilità di un trapianto di rene da un donatore animale. Il paziente non ha rigettato gli organi, che erano in grado di filtrare il sangue e produrre urina e sono rimasti vitali fino al termine dello studio, 77 ore dopo l’operazione.
“Questi risultati – commenta Selwyn Vickers, decano della UAB Heersink School of Medicine – costituiscono un risultato straordinario per l’umanità”. “Il nostro lavoro – commenta Locke – fornisce importanti spunti per la ricerca futura e integra una serie di conoscenze fondamentali che potrebbero contribuire ad affrontare la carenza di organi”. Gli scienziati hanno apportato dieci modifiche genetiche ai reni per renderli adatti all’operazione. Ricevente e donatore sono stai sottoposti a un test di compatibilità incrociata per verificare la corrispondenza di tessuto.
“Il gesto di estremo altruismo di Parsons e della sua famiglia potrebbero aver posto le basi per una pietra miliare della medicina – aggiunge Locke – questa procedura potrebbe infatti salvare migliaia di vite”. “Jim avrebbe voluto salvare quante più persone possibile con la sua morte, per questo aveva deciso di donare i propri organi – commenta Julie O’Hara, ex moglie di Parsons – se avesse saputo di poter potenzialmente salvare migliaia di persone in questo modo, non avrebbe avuto esitazioni e sarebbe stato orgoglioso che il suo decesso sia legato a un messaggio di speranza per moltissimi pazienti”. (30Science.com)