(30Science.com) – Roma, 9 ago. – Occorrono adeguate misure di tutela dell’ambiente e della salute umana rispetto ai rischi legati all’uso dei farmaci in acquacoltura. È questa la direzione indicata all’Unione europea dal Gruppo di lavoro per la valutazione del rischio ambientale del Comitato per i medicinali per uso veterinario, organismo dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. Per rispondere al crescente fabbisogno alimentare, la produzione di pesce d’allevamento è aumentata nel corso del tempo tanto da far ipotizzare che entro quest’anno supererà la produzione di pesce da cattura, rimasta invece costante. Nello Spazio economico europeo il rapporto è di uno a tre a favore del pescato e in questo contesto l’11,4% del pesce (soprattutto trote, spigole e orate) e dei crostacei è prodotto in impianto ubicati in Italia. In Europa, dunque, i numeri sono ancora contenuti, ma destinati a crescere. E, di conseguenza, è prevedibile un aumento dell’uso dei farmaci veterinari.

Il gruppo di lavoro suggerisce azioni sia a monte che a valle del processo di utilizzo dei farmaci veterinari. Primo passo da compiere, una armonizzazione della disciplina europea e di quelle degli Stati membri per la Valutazione del rischio ambientale dei farmaci veterinari utilizzati in acquacoltura. Allo stesso tempo, gli esperti sollecitano una semplificazione delle procedure attraverso l’utilizzo di modelli matematici avanzati. Tutto questo dovrebbe facilitare anche il processo di approvazione finale di tali farmaci. Occorrono, inoltre, misure di mitigazione del rischio che tengano in considerazione sia la tipologia dell’impianto che la sua collocazione perché non è sufficiente distinguere tra quelli di acqua dolce e quelli collocati in ambiente marino, ma va considerato che la portata degli effetti sull’ecosistema circostante è determinata anche dalle condizioni ambientali specifiche come la temperatura e la salinità dell’acqua. Non per ultimo, c’è bisogno di una adeguata formazione degli operatori degli impianti per contenere il rischio di un utilizzo inappropriato dei medicinali. Anche perché, a differenza di quanto avviene in caso di non corretto uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, il mancato rispetto delle prescrizioni di impiego attualmente non è sanzionato.

“Gli effetti dell’utilizzo dei farmaci in acquacoltura sull’ambiente – afferma Sara Villa – rappresentano un serio problema. C’è bisogno di una maggiore presa di coscienza su questo aspetto, così com’è avvenuto nel recente passato per l’utilizzo di pesticidi in agricoltura. Il nostro gruppo è stato chiamato a fornire delle indicazioni operative, su richiesta dell’Unione europea all’Ema. L’esame dell’attuale scenario e del quadro normativo di riferimento ci ha consentito di dare delle indicazioni affinché nelle linee guida future sia presa in considerazione l’applicazione di misure di mitigazione del rischio per la riduzione dell’esposizione ambientale dei farmaci veterinari a livello di singola azienda di acquacoltura“.(30Science.com)