(30Science.com) – Roma, 1 lug. – La molecola SAK3 potrebbe rappresentare un potenziale candidato per il trattamento del morbo di Alzheimer. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences, condotto dagli scienziati della Tohoku University, che hanno utilizzato un modello murino per valutare l’efficacia della sostanza.

Molecola SAK3 per migliorare i canali del calcio di tipo T nei terminali nervosi. Credit: Tohoku University.
Il team, guidato da Kohji Fukunaga, ha testato le potenzialità della molecola SAK3, già dichiarata sicura dal Consiglio di amministrazione del Giappone. Gli esperti hanno quindi ora in programma di iniziare gli studi clinici sull’uomo. “Attualmente non esistono terapie efficaci in grado di invertire i segni della demenza – osserva l’autore– abbiamo scoperto un nuovo candidato terapeutico che ha salvato i neuroni nella maggior parte delle malattie neurodegenerative considerate nel modello murino”.
Secondo studi precedenti, SAK3 può migliorare la funzione della membrana cellulare e promuovere l’attività neuronale nel cervello. Stando ai risultati del gruppo di ricerca, la somministrazione di SAK3 ha prevenuto significativamente la progressione dei comportamenti neurodegenerativi anche negli esemplari trattati dopo l’inizio del deterioramento cognitivo.
“La somministrazione reiterata di SAK3 – aggiunge l’esperto – inibiva l’accumulo di una proteina associata alla demenza. Questa molecola – conclude Fukunaga – ha il potenziale per risolvere i problemi correlati a diverse malattie da deterioramento cognitivo, come il morbo di Parkinson, la demenza con corpi di Lewy, la malattia di Huntington, e la malattia di Alzheimer”. (30Science.com)