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Scienza: foreste di mangrovie, la riduzione della biodiversità minaccia la loro sopravvivenza

(27 Luglio 2021)

(30Science.com) – Roma, 27 lug. – Le foreste di mangrovie sono sempre più vulnerabili, a causa dell’impoverimento nella biodiversità della fauna che svolge compiti essenziali per la sopravvivenza di questi ecosistemi. È l’allarme lanciato da uno studio internazionale coordinato dai ricercatori dell’Università di Firenze Stefano Cannicci e Sara Fratini, pubblicato su PNAS, proprio in occasione dell’International Mangrove Day dell’UNESCO.

Il granchio Episesarma versicolor

La ricerca ha registrato la frequenza più bassa a oggi di biodiversità nelle specie di invertebrati – granchi e molluschi – abitanti delle foreste di mangrovie che si estendono in Sud America, nell’Oceano Indiano orientale e nel Pacifico. Ambienti già minacciati dalla deforestazione, che ne erode l’estensione.

I ricercatori hanno mappato 209 specie di crostacei e 155 di molluschi in 16 aree tropicali e subtropicali di tutto il mondo. Hanno poi classificato queste specie in 64 unità funzionali che svolgono compiti indispensabili per la vita dei mangrovieti, a seconda di cosa mangiano e quale comportamento attuano nel microhabitat in cui vivono.

“I mangrovieti sono importantissimi per una serie di servizi ecosistemici che forniscono agli abitanti di quelle aree, a partire dall’immagazzinamento del carbonio, e quindi dalla riduzione degli effetti del cambiamento climatico – racconta Stefano Cannicci, ordinario di Zoologia Unifi -. Queste foreste si sviluppano sulle coste inondate dalle maree; ambienti difficili, a causa delle salinità delle acque e dello scarso ossigeno presente nel terreno – spiega il ricercatore -. In loro aiuto vengono i granchi e i molluschi che, smuovendo costantemente il terreno per alimentarsi e costruire la tana, aumentano la velocità con cui i nutrienti possono essere di nuovo utilizzati dalle piante e portano ossigeno alle radici”.

Gli scienziati hanno scoperto che in molti mangrovieti del nostro pianeta sono presenti solo una o poche specie associate a una specifica unità funzionale e hanno individuato le foreste che potrebbero subire maggiori danni dall’impoverimento faunistico.

I nostri dati ci dicono che anche una modesta perdita di biodiversità degli invertebrati può avere conseguenze negative sulla funzionalità e la resilienza dei mangrovieti ai cambiamenti ambientali, in particolare quelli climatici – commenta Sara Fratini, ricercatrice di Zoologia -, ma rimangono ancora aree che potranno rappresentare una preziosa riserva di biodiversità per queste foreste”. (30Science.com)

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