Valentina Di Paola

Scienza: Usa, molte famiglie non hanno accesso all’acqua potabile sicura

(22 Giugno 2021)

(30Science.com) – Roma, 22 giu. – Quasi mezzo milione di famiglie negli Stati Uniti non possiedono un impianto idraulico completo e molte altre sono esposte ad acque potabili di scarsa qualità. Questo è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati della Utah State University, che hanno valutato l’accesso alle fonti idriche per i cittadini statunitensi. Il team, guidato da J. Tom Mueller e Stephen Gasteyer, ha utilizzato i dati dello United States Census Bureau e dell‘Environmental Protection Agency per modellare il disagio idrico delle famiglie americane.

NATURE COMMUNICATIONS | (2021) 12:3544 | https://doi.org/10.1038/s41467-021-23898-z | www.nature.com/naturecommunications

 

Stando ai risultati dello studio, la difficoltà di accesso all’acqua colpisce in modo sproporzionato i gruppi sociali specifici del paese, con persone anziane, meno facoltose e meno istruite più soggette a questi problemi. Gli autori mostrano che tra il 2014 e il 2018, circa lo 0,41 per cento delle famiglie statunitensi, per un totale di 489.836 nuclei familiari distribuiti in modo uniforme, non aveva accesso a un impianto idrico completo, mentre il 2,44 per cento delle installazioni riportava violazioni del Safe Drinking Water Act, la principale legge federale negli Stati Uniti volta a garantire acqua potabile sicura. Il 6,01 per cento dei sistemi idrici, inoltre, non era era conforme al Clean Water Act, la legge per la regolazione dell’inquinamento idrico. Gli autori sostengono che tipi specifici di difficoltà idriche richiedono soluzioni politiche distinte, ma sottolineano che sarà necessario prendere in considerazione le differenze a livello statale nei prossimi studi. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e quest’anno ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).