Mario Raviglione
(30Science.com) – Roma, 21 giu. – “La variante Delta, emersa per la prima volta in India, è una delle varianti di preoccupazione (VOC) di SARS-CoV-2, e ha il potenziale per diventare dominante in gran parte dell’Europa”. Lo spiega Mario Raviglione, professore ordinario di Salute globale presso l’Università di Milano, commentando la situazione attuale in Inghilterra e i potenziali rischi per le altre nazioni europee in riferimento alla mutazione B.1.617.2, o Delta.
“Diversi studi indicano che questo ceppo sia più trasmissibile – continua l’esperto – perché le mutazioni nell’ambito della proteina spike, che si lega alle cellule umane, sono tali da conferire al virus una maggiore aderenza, il che aumenta le probabilità che l’agente patogeno raggiunga l’organismo. Sembra poi che questa variante sia associata a una sintomatologia molto simile a quella del comune raffreddore, per cui le persone infette non sono portate ad eseguire un test per Covid-19, ignorano la natura del loro malanno e potrebbero facilitare la trasmissibilità del contagio”.
“Sarà necessario proseguire le ricerche anche per stabilire l’efficacia del vaccino – aggiunge Raviglione – dai dati preliminari sembra che la vaccinazione, specialmente dopo il richiamo, sia in grado di proteggere contro la variante Delta, anche se con una percentuale di successo del 10-15 per cento in meno rispetto a quanto avveniva con il ceppo originale, almeno per quanto riguarda le dosi Pfizer”. L’esperto precisa che circa la metà dei decessi osservati in Gran Bretagna riguardavano persone che non erano state vaccinate o avevano ricevuto una sola dose.
“Potrebbe esistere un altro fattore confondente – sottolinea il docente – perché molti dei pazienti deceduti in Inghilterra nonostante le due dosi erano soggetti anziani, quindi più vulnerabili. Le informazioni attuali non ci consentono di tracciare un quadro abbastanza rappresentativo della situazione”.
Per quanto riguarda la VOC e i potenziali rischi in Italia, Raviglione spiega che è ragionevole presumere che le curve epidemiologiche nella penisola seguiranno un andamento simile a quanto osservato in Inghilterra e nelle nazioni in cui la variante Delta è diventata dominante rispetto agli altri ceppi. “Sembra che questo ceppo possa portare a un raddoppio dei contagi in circa due settimane – afferma – in Russia si assiste ad esempio a un picco davvero sorprendente di casi, la maggior parte dei quali attribuibili alla B.1.617. In Italia la curva è in fase discendente, ma siamo in fasi di rilassamento delle misure di contenimento della pandemia, per cui non è inverosimile pensare che possa verificarsi una nuova ondata di contagi attribuibili a questa nuova minaccia, a meno che la velocità di vaccinazione aumenti considerevolmente fino a indurre la famosa immunità di gregge che proteggerebbe la popolazione. Più si è protetti e meno saranno gli effetti della diffusione della variante”.
“I modelli matematici che abbiamo elaborato insieme all’Università di Ginevra – spiega ancora Raviglione – mostrano chiaramente che l’incidenza della variante Delta aumenta in relazione alla data di riapertura e ripresa delle attività. Secondo i nostri calcoli, adottare misure rigide fino al primo agosto potrebbe prevenire una serie di conseguenze negative”. “Ovviamente si tratta di un modello, per cui deve essere validato – conclude – ma sulla base dei dati disponibili e di quello che sappiamo attualmente, è ragionevole presumere che la variante Delta diverrà dominante nei prossimi mesi in gran parte dell’Europa”. (30Science.com)