(30Science.com) – Roma, 26 giu. – Il più grande dei teschi di Homo noto, conosciuto come cranio di Harbin, potrebbe appartenere alla specie Homo longi, o Uomo drago, un nuovo lignaggio probabilmente molto vicino a quello dei sapiens.
Questa la conclusione, descritta in tre articoli pubblicati sulla rivista The Innovation, a cui giungono gli scienziati della Hebei GEO University, a Shijiazhuang, in Cina, che hanno analizzato il fossile di Harbin, uno dei crani umani più completi al mondo. Il team, guidato da Qiang Ji, sottolinea che questa ipotesi potrebbe avere il potenziale per riscrivere le conoscenze attuali sull’evoluzione umana.
Scoperto nella città cinese di Harbin, il cranio è oggi conservato nel Museo di geoscienze dell’accademia cinese. “Il cranio di Harbin – spiega Ji – presenta alcune caratteristiche tipiche delle specie arcaiche, ma anche una serie di caratteri diversi, per cui si distingue da tutte le altre specie di Homo precedentemente conosciute”.
Stando alle ipotesi del gruppo di ricerca, il teschio apparteneva a un individuo maschio di circa 50 anni, vissuto almeno 146 mila anni fa, durante il Pleistocene medio. “Gli Homo longi – continua Xijun Ni, collega e coautore di Ji – cacciavano mammiferi e uccelli, raccoglievano frutta e verdura e probabilmente catturavano i pesci, proprio come i sapiens”.
Gli autori ipotizzano che questo lignaggio abbia interagito direttamente con gli Homo sapiens. “Si pensa che i parenti più stretti dell’uomo siano i Neanderthal – continua Ni – ma la nostra scoperta suggerisce una prospettiva differente. La nostra ricostruzione dell’evoluzione umana indica che la separazione dai Neanderthal potrebbe essere avvenuta circa 400 mila anni prima di quanto ipotizzato precedentemente”. “Il cranio di Harbin – conclude – ci fornisce una nuova prospettiva per comprendere la diversità degli Homo e le relazioni evolutive tra le diverse popolazioni di uomini arcaici. L’Uomo drago potrebbe essere il nostro parente più stretto, evolutivamente parlando”. (30science.com)