(30Science.com) – Roma, 24 giu. – L’efficienza dei reni è la chiave che permette ai dromedari di sopravvivere alle temperature estreme e allo stress da disidratazione. Lo hanno scoperto gli scienziati dell’Università di Bristol e dell’Università degli Emirati Arabi Uniti, che hanno pubblicato i risultati della loro indagine sulla rivista Communications Biology.
Il team, guidato da David Murphy dell’Università di Bristol e Abdu Adem dell’Università degli Emirati Arabi Uniti, ha analizzato migliaia di geni nel rene del Camelus dromedarius, l’animale da allevamento più importante nelle regioni aride e semiaride dell’Africa settentrionale e orientale, della penisola arabica e dell’Iran. Questi animali possono resistere diverse settimane senza bere e gli autori hanno scoperto che tale capacità dipende dalle funzioni renali altamente sviluppate.
L’urina del dromedario risulta infatti molto concentrata. Negli scenari di cambiamento climatico, spiegano gli esperti, capire i meccanismi alla base dell’adattamento alle temperature torride del dromedario potrebbe essere molto importante. Stando ai risultati del gruppo di ricerca, inoltre, la quantità di colesterolo nel rene svolge un ruolo fondamentale nel processo di conservazione dell’acqua.
“Abbiamo associato per la prima volta il livello di colesterolo al mantenimento dell’acqua nel rene – osserva Murphy – questa nuova informazione potrebbe rivelarsi interessante anche per l’analisi di altre specie”. Per i prossimi studi, gli scienziati sperano di comprendere il modo in cui il cervello del dromedario reagisce agli stimoli in confronto con altri animali che si sono adattati alla vita nelle condizioni critiche tipiche dei deserti. (30science.com)