Valentina Di Paola

Allo studio un vaccino per le infezioni infantili

(31 Ottobre 2025)

Roma – Sviluppare un vaccino unico in grado di proteggere i bambini da un insieme di infezioni potrebbe essere più semplice di quanto precedentemente ipotizzato. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, condotto dagli scienziati del Wellcome Sanger Institute, dell’Università di Oslo, dell’Università di Oxford e della Shoklo Malaria Research Unit presso l’Università Mahidol in Thailandia. Il team, guidato da Neil MacAlasdair, Anna Pöntinen e Paul Turner, ha analizzato i genomi di Haemophilus influenzae, un batterio che provoca una serie di infezioni ampiamente trattate. Nonostante la denominazione possa trarre in inganno, il patogeno non è associato all’influenza. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno considerato i campioni raccolti tra il 1962 e il 2023. I risultati evidenziano una notevole resistenza agli antibiotici, con alcuni ceppi invulnerabili alla maggior parte delle classi di farmaci. Gli scienziati rivelano che l’H. influenzae presente in tutto il mondo mostra una variazione genetica sorprendentemente bassa, il che suggerisce la possibilità di sviluppare un vaccino universale che miri a caratteristiche comuni. Sebbene esista un vaccino altamente efficace contro l’H. influenzae di tipo b (Hib), che può causare meningite infantile e altre problematiche potenzialmente efficaci, il farmaco non offre protezione contro altri ceppi della stessa specie. Ne è un esempio il lignaggio NTHi, che provoca le otiti acute, che colpiscono circa 175 milioni di bambini all’anno a livello globale, ma anche sinusite, congiuntivite e polmonite. Gli studiosi hanno poi sequenziato i tamponi nasali di bambini del campo per sfollati di Maela, in Thailandia. In totale, sono stati raccolti 4.474 genomi, combinati con le informazioni di 5.976 genomi già noti di H. influenzae. I dati hanno rivelato che oltre il 95 per cento dei casi di contagio legati a polmonite erano ceppi NTHi. Non sono emerse varianti genetiche del lignaggio tra i casi di polmonite, il che sottolinea come abbiano tutti la stessa capacità infettiva. A livello globale, è stata invece riscontrata un’ampia resistenza multifarmaco in entrambi i gruppi di campioni. Analisi approfondite hanno mostrato che H. influenzae non ha linee genetiche specifiche per paese o in evoluzione individuale, come osservato in altri importanti batteri che causano malattie respiratorie. Nonostante livelli estremamente elevati di ricombinazione genetica, in cui il materiale genetico viene scambiato tra diversi batteri durante la riproduzione, la variazione complessiva del genoma era molto bassa. “Il sequenziamento del genoma su larga scala – afferma MacAlasdair – può rivelare modelli a livello di popolazione che in precedenza erano impossibili da osservare, rendendolo una tecnica preziosa per comprendere la diffusione, l’impatto e l’evoluzione delle malattie infettive”. “Il nostro studio – aggiunge Pöntinen – dimostra che, a differenza di altri batteri che sono le principali cause di infezioni respiratorie, non esistono popolazioni isolate di Haemophilus influenzae in diverse regioni. Si tratta di una buona notizia, perché rende più semplice lo sviluppo di un vaccino”. “Questo lavoro – conclude Jukka Corander, altra firma dell’articolo – rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione dell’epidemiologia e dell’evoluzione della specie batterica Haemophilus influenzae. I batteri patogeni e le infezioni resistenti ai trattamenti non sono limitati dai confini. Si tratta piuttosto di minacce globali, per cui devono essere monitorati su scala mondiale”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).