Roma – La prova scientifica in ambito giuridico e dibattimentale può essere considerata tale solo dopo il vaglio di ricerche consolidate e una consensus conference internazionale. Lo ha affermato Francesco Introna, presidente della Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (Simla), intervenendo al congresso nazionale dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, presieduta dal generale Luciano Garofano, in corso a Parma fino al primo novembre. Il tema del convegno, intitolato “La ricerca della verità – Prova scientifica e indagini tradizionali: possibilità attuali, nuove frontiere e corrette interpretazioni al servizio di un giusto processo”, riunisce esperti di medicina legale, giuristi e investigatori per discutere i criteri di attendibilità delle indagini scientifiche.
“Una prova può essere considerata scientifica a tutti gli effetti – ha detto Introna, ordinario di medicina legale all’Università di Bari – solo se sostenuta da ricerche validate e successivamente riconosciute da una consensus conference internazionale. Le singole pubblicazioni, anche su riviste autorevoli, non bastano a definire un’indagine come scientifica in senso giuridico.”
Il presidente della Simla ha richiamato l’attenzione sui rischi di un uso improprio delle tecniche di laboratorio. “Spesso i magistrati confondono l’indagine del consulente con una prova scientifica – ha aggiunto Introna – e a volte si cade persino nella pseudoscienza, quando vengono utilizzate metodologie non riconosciute o adattate a contesti non pertinenti.”
La tre giorni dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi si articola in sessioni dedicate a falso documentale, tracce biologiche, medicina legale, scienza digitale e intelligenza artificiale, con l’obiettivo di promuovere un confronto tecnico e culturale sulle nuove frontiere dell’investigazione.(30science.com)
