Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Con l’analisi genetica si punta a aumentare il tempo di conservazione delle patate

(3 Febbraio 2025)

Roma – Grazie all’analisi genetica, un nuovo progetto avviato nel Regno Unito punta a rendere più efficace la conservazione delle patate, uno degli alimenti maggiormente consumati al mondo. Nel solo Regno Unito per avere scorte di questo tubero tutto l’anno circa 1,5 milioni di tonnellate di patate vengono conservate in celle frigorifere fino a otto mesi per impedirne la germinazione. Tuttavia, in seguito al ritiro di una sostanza chimica che inibisce la germinazione stessa, il CIPC, le perdite sono aumentate e il periodo di conservazione delle patate si è ridotto fino a dimezzarsi a quattro mesi in alcuni casi. I ricercatori della Cranfield University, in collaborazione con PepsiCo e Solynta, leader nella selezione di patate ibride, puntano a utilizzare analisi genetiche avanzate per affrontare le sfide del mantenimento della qualità del raccolto, prolungandone al contempo la durata di conservazione. Grazie a una sovvenzione del Prosperity Partnership Fund del Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC) , il team di ricerca si propone di sviluppare nuove varietà di patate e metodi di conservazione che possano: 1) prolungare la durata di conservazione; 2) ridurre gli sprechi alimentari e garantire la fornitura durante tutto l’anno; 3) garantire un minor consumo energetico, con un abbattimento al minimo dell’impatto ambientale delle celle frigorifere; 4) ridurre l’uso di prodotti chimici. I risultati dello studio potrebbero contribuire a informare i metodi di conservazione in tutto il mondo, adattandoli alle variazioni regionali nei periodi e nelle strutture di raccolta. “Riducendo l’uso di prodotti chimici e migliorando l’efficienza energetica nello stoccaggio, stiamo salvaguardando il futuro della coltivazione delle patate rendendola più sicura per il consumatore finale”, ha affermato Mari Carmen Alamar Gavidia, docente di biologia post-raccolta presso la Cranfield University. “Questo approccio non solo ridurrà gli sprechi, ma sosterrà anche l’ambiente. Garantirà ai consumatori una fornitura annuale di patate più sicure e di qualità superiore e assicurerà che la nazione possa gustare patatine, chips e purè senza interruzioni”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla