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Maiani (Lincei), urgente rilanciare una nuova politica del disarmo nucleare

(31 Ottobre 2025)

Roma – “Le condizioni di rischio a livello globale per un disastro nucleare sono elevatissime. È quindi necessario che la comunità politica in primo luogo, ma anche il mondo della scienza, orientino i loro sforzi verso un rilancio del disarmo nucleare” così Luciano Maiani, Accademico dei Lincei e presidente del Gruppo di lavoro per la Sicurezza Internazionale e il Controllo degli Armamenti dell’Accademia stessa, ha commentato i risultati di un recente convegno svoltosi presso i Lincei e dedicato alla minaccia nucleare in occasione degli ottanta anni dagli eventi di Hiroshima e Nagasaki.

Le sue parole arrivano nei giorni dell’annuncio USA sulla ripresa dei test nucleari come risposta a quelli condotti dalla Russia di Vladimir Putin che nei giorni scorsi ha condotto delle esercitazioni con nuove armi – un missile a propulsione e a testata nucleare e un siluro nucleare, il Poseidon –  che sono stati utilizzati per reiterare le solite minacce di distruzione delle capitali europee.

“Hiroshima e Nagasaki – ha continuato Maiani – hanno segnato l’inizio di una nuova era nel panorama bellico qualitativamente, oltre che quantitativamente, differente dal passato. Un’epoca che ha portato ad un equilibrio tra le potenze basato sul terrore della mutua distruzione. Si trattava però di un equilibrio pericolosamente instabile come hanno dimostrato perfino dei semplici incidenti che hanno messo a repentaglio l’esistenza dell’umanità.

Dopo la fine della Guerra Fredda, sembrava che il mondo avesse intrapreso una strada più costruttiva con gli accordi START e di non proliferazione. Sfortunatamente oggi stiamo assistendo alla messa da parte di quella stagione, con una rincorsa a nuovi armamenti nucleari da parte delle grandi potenze e all’aspirazione anche degli stati più piccoli di dotarsi dell’arma atomica”.

A fronte di questo panorama assai fosco, non solo la politica ha il compito di ripensare le proprie priorità cercando di intraprendere la difficile strada del dialogo, ma agevolare questo sforzo spetta anche alla comunità scientifica. “Nel passato – conclude Maiani – abbiamo avuto l’esempio di studiosi come Einstein, Russell e iniziative come quelle di Bohr sul rendere di libera conoscenza le ricerche sugli armamenti nucleari, che possono ora ispirarci e spronarci. Tanta parte del mondo scientifico anche nei momenti più tesi della Guerra Fredda è riuscita con i suoi legami internazionali a mantenere aperti canali di comunicazione tra le potenze ostili cercando di sensibilizzare sul disarmo. Oggi quest’opera è forse ancora più necessaria e urgente, nella speranza che possa fare da catalizzatore per l’impegno di tutta la società e alla fine spingere all’azione anche chi governa”.(30Science.com)

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