Roma – L’imprenditore miliardario Elon Musk ha accusato l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) di aver finanziato la ricerca sulle armi biologiche, compresi progetti che avrebbero portato all’emergere della Covid-19. Il commento di Musk è arrivato in risposta a un post dell’utente KanekoaTheGreat di domenica, che sosteneva che USAID aveva convogliato 53 milioni di dollari verso EcoHealth Alliance. Il post sosteneva che i fondi erano stati utilizzati per supportare la ricerca sul “guadagno di funzione” (gain-of-function) dei coronavirus presso il Wuhan Institute of Virology in Cina, portando potenzialmente alla creazione del Covid-19. Musk ha scritto: “Sapevi che l’USAID, usando i TUOI soldi delle tasse, ha finanziato la ricerca sulle armi biologiche, incluso il COVID-19, che ha ucciso milioni di persone?”. L’EcoHealth Alliance, un’organizzazione non-profit con sede negli Stati Uniti, è stata al centro di controversie a causa del suo lavoro con il Wuhan Institute of Virology. L’organizzazione ha negato che il suo lavoro riguardasse la ricerca sul guadagno di funzione, ma a maggio 2024, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti federali a EcoHealth Alliance, citando preoccupazioni sulla supervisione da parte dell’organizzazione di esperimenti ad alto rischio e sulla mancata segnalazione tempestiva delle attività di ricerca. Dopo le dichiarazioni di Musk, anche l’USAID, che sostiene progetti umanitari per miliardi all’estero, accusata di aver sovvenzionato appunto EcoHealth Alliance, ha subito serie ripercussioni. Secondo quanto riportato dalla NBC, lunedì l’ufficio dell’USAID a Washington è rimasto chiuso e ai dipendenti è stato chiesto di lavorare da remoto. il direttore della sicurezza dell’USAID e il suo vice sono stati sospesi dal lavoro dopo aver negato sabato alla task force di Musk per la riduzione dei costi l’accesso ai sistemi di sicurezza dell’Agenzia. Lunedì pomeriggio, il Segretario di Stato Marco Rubio ha detto ai giornalisti che ora è il direttore ad interim dell’USAID e ha aggiunto che i piani dell’amministrazione Trump non prevedono il blocco dei programmi dell’USAID in quanto tali, ma “riguardano il modo in cui opera come entità” in particolare per quel che riguarda la subordinazione dell’USAID al Dipartimento di Stato. Le notizie relative all’USAID si intrecciano con un rinnovato interesse per il Wuhan Institute of Virology e il suo dibattuto ruolo nell’esplosione della pandemia da COVID-19. È degli ultimi giorni la diffusione di una nuova valutazione della CIA secondo la quale l’origine della pandemia sia “più probabilmente” da addebitarsi alla fuga da un laboratorio cinese piuttosto che a un passaggio di specie dagli animali, anche se la stessa CIA ha avvertito che le informazioni a supporto della valutazione sono carenti, inconcludenti o contraddittorie. A ben vedere tanto il caso dell’USAID quanto il report della CIA non fanno che riesumare polemiche già divampate senza esiti concludenti in passato. Per quel che riguarda il finanziamento degli USA a Wuhan, tramite il passaggio di fondi all’ EcoHealth Alliance, già nel 2021 un rapporto dei Repubblicani americani sosteneva che ci fossero “ampie prove” che il laboratorio fosse stato utilizzato per modificare i coronavirus per infettare gli esseri umani e il senatore Rand Paul sostenne – al pari di Musk – che i fondi americani giunti a Wuhan tramite EcoHealth Alliance fossero stati utilizzati per ricerche sul “guadagno di funzione” dei virus vale a dire per far ottenere ai virus artificialmente nuove abilità. Ma Anthony Fauci – all’epoca direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) degli Stati Uniti, che fa parte dei National Institutes of Health (NIH) del governo statunitense – pur ammettendo finanziamenti del NIH (e in questo caso non dell’USAID) a EcoHealth Alliance per un progetto per studiare i possibili coronavirus provenienti dai pipistrelli, progetto che aveva portato fondi anche al Wuhan Institute of Virology, sostenne con forza che il National Institutes of Health (NIH) “non ha mai finanziato e non finanzia ora la ricerca sul guadagno di funzione presso il Wuhan Institute of Virology”. EcoHealth Alliance dal canto suo ha affermato nel 2023 di aver ricevuto fondi tanto dal NHI che dall’USAID ma per ragioni diverse. “Le distinzioni tra i finanziamenti NIH e USAID – scrisse all’epoca – si basano sui diversi obiettivi di ricerca e di rafforzamento delle capacità delle due agenzie, rispettivamente. Il finanziamento NIH (R01AI110964) era specificamente focalizzato sulla scoperta e sulla caratterizzazione di laboratorio dei coronavirus correlati alla SARS in Cina. Il finanziamento USAID (PREDICT) era per lo sviluppo di One Health e il lavoro di rafforzamento delle capacità per aiutare a rafforzare la capacità della Cina di prevenire epidemie e pandemie (e quindi proteggere gli USA da epidemie che si diffondono). Il lavoro USAID ha anche coinvolto la sorveglianza One Health su un’ampia gamma di virus in campioni umani, di bestiame e di animali selvatici (pipistrelli, primati, roditori)”. Sullo sfondo di tutto questo rimane anche l’altra risalente polemica sulle origini della pandemia, sulla quale al momento non vi sono certezze granitiche. Diversi ricercatori hanno esaminato ad esempio se le caratteristiche del SARS-CoV-2 segnalino che sia stato bioingegnerizzato. Uno dei primi team a farlo, guidato da Kristian Andersen, un virologo presso Scripps Research a La Jolla, California, aveva stabilito che ciò era “improbabile” per alcune ragioni, tra cui la mancanza di firme di manipolazione genetica. Da allora, altri si sono chiesti se il sito di scissione della furina del virus, una caratteristica che lo aiuta a entrare nelle cellule, fosse una prova di manipolazione umana, perché il SARS-CoV-2 ha questi siti ma i suoi parenti più stretti no. Il sito di scissione della furina è importante perché si trova nella proteina spike del virus e la scissione della proteina in quel sito è necessaria affinché il virus infetti le cellule. Ma molti altri coronavirus hanno siti di scissione della furina, come i coronavirus che causano il raffreddore. Poiché i virus che contengono il sito sono sparsi nell’albero genealogico dei coronavirus, anziché confinati a un gruppo di virus strettamente correlati, Stephen Goldstein, un virologo presso l’Università dello Utah a Salt Lake City, affermò ad esempio che il sito era il frutto di un processo di evoluzione. Un’altra caratteristica del SARS-CoV-2 che ha attirato l’attenzione è una combinazione di nucleotidi che stanno alla base di un segmento del sito di scissione della furina: CGG (che codificano l’amminoacido arginina). Un articolo di Medium – ripreso da Nature – che ipotizzava un’origine di laboratorio per il SARS-CoV-2 citava David Baltimore, premio Nobel e professore emerito al California Institute of Technology di Pasadena, il quale affermava che i virus di solito non hanno quel particolare codice per l’arginina, ma gli esseri umani spesso sì: una “pistola fumante”, che suggeriva che i ricercatori potrebbero aver manomesso il genoma del SARS-CoV-2. Andersen affermò però che Baltimore si era sbagliato su questo dettaglio. Nel SARS-CoV-2 – sostenne – circa il 3 per cento dei nucleotidi che codificano l’arginina sono CGG. E sottolineò che circa il 5 per cento di quelli che codificano l’arginina nel virus che ha causato l’epidemia originale di SARS sono anch’essi CGG. In un’e-mail a Nature , Baltimore rispose che Andersen poteva avere ragione nel dire che l’evoluzione naturale aveva prodotto il SARS-CoV-2, ma aggiungeva che “ci sono altre possibilità e necessitano di un’attenta valutazione “. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Musk, Wuhan e le armi biologiche, cosa c’è dietro le accuse del magnate alla USAID
(4 Febbraio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla