Valentina Di Paola

Nel tardo Pleistocene i canguri seguivano dieta varia

(9 Gennaio 2025)

Roma – I canguri hanno mantenuto un’alimentazione vegetale variegata durante i cambiamenti climatici del tardo Pleistocene. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Università di Flinders. Il team, guidato da Samuel Arman, ha analizzato le forme di microusura dei denti tra le specie di canguro viventi ed estinte. Stando a quanto emerge dall’indagine, la maggior parte dei taxa vissuti in Australia nel tardo Pleistocene ha continuato a seguire una dieta a base vegetale, ma ampia e variegata, senza limitarsi a poche tipologie di nutrienti. Questa alimentazione, sostengono gli scienziati, potrebbe aver favorito la sopravvivenza dei marsupiali durante i cicli glaciali-interglaciali che hanno determinato le fluttuazioni della vegetazione sul continente. I risultati si aggiungono al corpus di evidenze secondo cui fu la caccia umana, piuttosto che la difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti climatici, a provocare la tarda estinzione della megafauna australiana. Circa 40mila anni fa, in effetti, l’isola perse il 90 per cento delle specie di grandi dimensioni, ed è stato ipotizzato che i cambiamenti climatici giocarono un ruolo centrale nella perdita di biodiversità. Per determinare se i canguri fossero in grado di adattarsi alle variazioni della vegetazione causati dal clima, gli studiosi hanno esaminato 2650 scansioni dello smalto di 937 esemplari individuali. I dati hanno permesso al team di caratterizzare le diete di un eterogeneo assemblaggio di fossili di canguro del Pleistocene. Masticare cibo con diverse proprietà del materiale lascia distintivi segni di usura microscopici sullo smalto dei denti, il che permette agli scienziati di ricostruire le abitudini alimentari degli animali. Non sono emerse differenze statisticamente significative nella microusura nella maggior parte delle specie presenti nell’insieme dei fossili. I risultati, commentano gli autori, indicano che i canguri antichi non erano specializzati in determinati cibi, ma seguivano un regime vario e ampio di vegetali. Ciò suggerisce, concludono gli esperti, che fu la caccia da parte della popolazione umana a incidere maggiormente sulla scomparsa di questi marsupiali. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).