Valentina Arcovio

Tumori: studio italiano individua strategie per sconfiggere HPV

(6 Giugno 2022)

Foto in evidenza: il professor Walter Ricciardi. Credit Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Università Cattolica del Sacro Cuore.

(30Science.com) – Roma, 6 giu. – Vaccinazioni, screening e trattamento precode delle lesioni. Queste sono alcune delle strategia individuate nello studio studio “Call to action for HPV related cancers elimination: raccomandazioni e strategie da implementare a livello nazionale”, recentemente pubblicato sui Quaderni dell’Italian Journal of Public Health e presentato al Ministero della Salute da VIHTALI, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Il progetto ha come scopo principale quello di far convergere i principali attori coinvolti nella prevenzione primaria e secondaria e nel trattamento delle condizioni HPV-correlate al fine di definire strategie nazionali per il raggiungimento dell’eliminazione del cancro cervicale e dei tumori HPV-correlati in Italia, in linea con l’obiettivo “Verso un mondo HPV FREE”, come conferma anche Walter Ricciardi, presidente della Mission Board for Cancer: “Lo studio ha un valore fondamentale per il nostro Paese ed è in linea con i Piani internazionali per la lotta contro il cancro nonché con la raccomandazione N.3 della Mission Board for Cancer: sviluppare ed implementare strategie e politiche sanitarie efficaci di prevenzione dei tumori”.

Sono quattro gli ambiti di azione fondamentali presentati oggi dalle responsabili scientifiche del progetto: prevenzione primaria (vaccinazione), prevenzione secondaria (screening); trattamento precoce delle lesioni da HPV per l’eliminazione del tumore della cervice uterina; azioni di controllo degli altri tumori HPV-correlati.

Il primo ambito di interventi è descritto da Giovanna Elisa Calabrò, e ricercatrice in Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e direttore operativo di VIHTALI: “E’ necessario mantenere la gratuità a vita del vaccino per chi è rientrato nel target, attivare programmi di catch-up e offrire gratuitamente la vaccinazione anti-HPV alle donne in età fertile, non precedentemente vaccinate, sfruttando la chiamata allo screening oncologico; implementare campagne di sensibilizzazione fruibili (app, video, post, HPV chat, etc) ed interventi di educazione alla salute e sessualità nelle scuole; coinvolgere più figure professionali nella vaccinazione anti-HPV; aumentare le coperture vaccinali anti-HPV negli adolescenti e recuperare i ritardi nella vaccinazione legati alla pandemia con interventi mirati e più efficaci in quelle regioni in cui l’adesione alla vaccinazione è bassa”.

Sottolinea Chiara de Waure, professore associato in Igiene all’Università di Perugia: “Azioni prioritarie sono anche quelle riferite allo screening oncologico, quali applicare PDTA standardizzati, dedicati alla donna positiva al test di screening, implementare strumenti di reminder e tecniche di auto-prelievo, aumentare l’adesione allo screening organizzato e recuperare i ritardi nello screening legati alla pandemia, migliorare la raccolta di dati epidemiologici su indicatori di screening e favorire la raccolta di nuovi dati (ad es. incidenza lesioni preneoplastiche)”.

Terzo pilastro per un’Italia HPV free è il trattamento precoce delle lesioni HPV-correlate. “Ci sono alcune azioni prioritarie – sostiene Rosa De Vincenzo, Responsabile dell’Ambulatorio Pregio del Policlinico Universitario A. Gemelli – come, ad esempio, applicare PDTA dedicati alla donna con lesioni della cervice uterina, implementare la vaccinazione adiuvante post-trattamento, monitorare i tempi di attesa per il trattamento delle lesioni cervicali da HPV, integrare e condividere i dati tra centri di screening di III livello e centri che fanno trattamento al di fuori, migliorare l’interoperabilità dei dati (ad es. attraverso piattaforme informatiche MMG-specialisti), favorire una maggiore integrazione professionale e l’accesso protetto e mediato del paziente ai centri specialistici”.

Ma l’HPV va oltre il tumore della cervice uterina e, pertanto, sono e saranno necessarie nei prossimi anni azioni mirate anche per il controllo degli altri tumori HPV-correlati. E queste azioni, conclude Calabrò, sono “implementare interventi di educazione sanitaria sui tumori HPV-correlati; includere le strategie di eliminazione del tumore della cervice uterina e dei tumori HPV-correlati nell’ambito dei documenti programmatici nazionali; creare HPV Unit dedicate che coinvolgano diverse figure specialistiche esperte nelle patologie HPV-correlate; predisporre un’anagrafe di prevenzione unica, estendere la vaccinazione anti-HPV”.

Secondo gli autori del rapporto, “per eliminare il cancro cervicale e controllare gli altri tumori HPV-correlati il nostro SSN dovrà utilizzare tutti i mezzi a disposizione puntando, anche e soprattutto, sull’innovazione tecnologica” a favore di interventi efficaci e best practices finalizzate ad un’ulteriore riduzione, nel corso degli anni, dell’incidenza di questi tumori. “Certamente hanno gran valore le indicazioni internazionali ed europee – conclude Ricciardi – ma saranno le azioni e le politiche di ciascuno stato, oltre all’interazione e al confronto di gruppi multistakeholder, a svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo globale di eliminazione del cancro cervicale e di tutti gli altri tumori HPV-correlati”. (30Science.com)

Valentina Arcovio