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Clima e agricoltura nel Mediterraneo: meno disponibilità d’acqua, cresce il fabbisogno irriguo

(16 Novembre 2021)

Immagine in evidenza: azienda agricola (Pixabay)

Clima e agricoltura nel Mediterraneo: meno disponibilità d’acqua, cresce il fabbisogno irriguo

(30Science.com) – Roma, 16 nov. – In aumento tra il 10 e il 16% la domanda d’acqua per la produzione di mais, grano e uva nell’area mediterranea, a fronte di una riduzione attesa della disponibilità della risorsa idrica. La ricerca al servizio di agricoltura ed economia per trovare le migliori strategie di adattamento su scala locale e regionale, in uno studio guidato dalla Fondazione CMCC. 

Le condizioni climatiche previste per i prossimi decenni minacciano la disponibilità d’acqua nel bacino del Mediterraneo e, di conseguenza, i suoi sistemi agricoli, che dipendono fortemente dall’irrigazione.

Comprendere gli effetti dei cambiamenti climatici sul consumo di acqua e sui fabbisogni irrigui delle colture mediterranee è fondamentale per gestire al meglio le risorse idriche, in particolare nelle regioni siccitose e interessate da conflitti emergenti tra i settori ad alto consumo d’acqua.

Nello studio “A modelling platform for climate change impact on local and regional crop water requirements“, un team internazionale di scienziati guidati dalla Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, in collaborazione con IHE Delft Institute for Water Education, UC Davis e Università di Sassari, ha analizzato l’attuale necessità irrigua di diverse colture e come questa cambierà in funzione delle condizioni climatiche attese per il futuro, con lo scopo di fornire indicazioni per un’agricoltura di precisione su scala locale e – combinando i big data con le proiezioni climatiche a disposizione – contribuire alla comprensione delle azioni necessarie anche ad una scala più ampia, per lo sviluppo di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici sempre più efficaci.

La ricerca evidenzia che nei paesi mediterranei, con il clima previsto per trentennio 2035-2065, la produzione di mais, grano e uva richiederà rispettivamente in media il 13%, il 16% e il 10% in più di acqua sotto gli scenari climatici RCP 8.5 e RCP 4.5 (dove RCP 8.5 indica uno scenario ad alte emissioni di gas serra e RCP 4.5 uno scenario intermedio che prevede l’adozione di alcune efficaci politiche di controllo e riduzione delle emissioni).

Allo stesso tempo, la crescente siccità comporterà un generale declino della resa, specialmente per le colture di base come il mais e il grano. L’aumento della domanda irrigua, associata alla riduzione delle forniture d’acqua dovuta ai cambiamenti climatici, potrà portare a sfide significative per la gestione delle risorse idriche, contese tra diversi settori (es. uso domestico, produzione di energia, turismo, processi produttivi industriali).

Aumentare la resilienza del settore agricolo agli eventi estremi nei paesi mediterranei attraverso strategie di adattamento e mitigazione, mantenendo anche la produzione agricola, è una priorità critica per i governi in termini di gestione del consumo di acqua.

Lo studio, che ha sviluppato e testato due nuove versioni del modello Simulation of Evapotranspiration of Applied Water (SIMETAW#), ha confermato l’importanza degli strumenti di modellizzazione per aiutare gli agricoltori e i responsabili politici a sviluppare strategie ottimali per bilanciare la crescita economica e la sostenibilità ambientale, trovando un equilibrio tra la domanda d’acqua e la disponibilità della risorsa  a diverse scale spaziali.

“La pianificazione delle risorse idriche nel clima attuale e futuro richiede un forte approccio multidisciplinare e trasversale per garantire la disponibilità di informazioni scientificamente fondate sulle esigenze di irrigazione e le diverse opzioni di gestione a varie scale” ha affermato Donatella Spano, membro del Consiglio Strategico del CMCC e tra gli autori dell’articolo.

Per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, le politiche e le strategie dovrebbero essere sviluppate valutando le interconnessioni, le sinergie e i trade-off tra i vari settori” ha commentato Sara Masia, ricercatrice del CMCC e primo autore dell’articolo. “Questo approccio integrato può supportare i responsabili politici dei diversi settori nel prendere decisioni sull’ambiente, la sicurezza delle risorse e l’economia e sviluppare piani e strategie mirati alla gestione integrata sostenibile delle risorse“.(30Science.com)

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