(30Science.com) – Roma, 10 ago. – Con l’arrivo della notte del X agosto, arriva anche il periodo migliore dell’anno per osservare le cosiddette “stelle cadenti”, il loro gruppo più famoso chiamato Perseidi, che quest’anno sarà anche in numero maggiore rispetto al precedente.

In questa esposizione di 30 secondi, scattata con una lente circolare fish-eye, una meteora sfreccia nel cielo durante l’annuale pioggia di meteoriti delle Perseidi venerdì 12 agosto 2016 a Spruce Knob, West Virginia. Credit: (NASA/Bill Ingalls).
Gli osservatori astronomici hanno già iniziato a rilevarle dal 26 luglio, ma ora sono visibili ad occhio nudo nel cielo notturno e andranno ad aumentare in numero fino alla metà di agosto. La migliore finestra di osservazione sarà la notte dell’11 agosto, con una Luna crescente pronta a tramontare presto (alle 22 circa), i cieli saranno bui e pronti a regalare uno spettacolo fino all’alba del 12 agosto.
Dall’Italia e da tutto l’emisfero settentrionale, posizionandosi lontano dalle città e dal conseguente inquinamento luminoso, sarà possibile avvistare fino a 40 Perseidi all’ora. Limitando la visuale e la luminosità del cielo, il numero scende regalando comunque l’occasione di vederle bruciare nella nostra atmosfera.
Le Perseidi prendono il loro nome dalla direzione da cui sembrano provenire, cioè la costellazione di Perseo, tra la costellazione del Toro e di Cassiopea. La loro origine però è antica e provengono dalle profondità del Sistema Solare. Le Perseidi sono frammenti della cometa Swift-Tuttle (109P/Swift-Tuttle), che orbita tra il Sole e oltre l’orbita di Plutone una volta ogni 133 anni e prende il nome, come consono per questi oggetti, proprio dai suoi scopritori Lewis Swift e Horace Parnell Tuttle. Ogni anno, la Terra, durante la sua orbita, passa vicino al percorso della cometa e i detriti lasciati da Swift-Tuttle si presentano come meteore nel cielo, regalando lo splendido spettacolo delle “stelle cadenti”. L’ultimo passaggio della cometa Swift-Tuttle “vicino” alla Terra è avvenuto nel 1992, mentre per il prossimo perielio (punto di minima distanza dal Sole durante la sua orbita) occorrerà attendere fino al 2126.
Sarà quindi necessario trovare una posizione di osservazione comoda e buia, lontano da luci intense, comprese quelle dello schermo dello smartphone; considerando che l’occhio umano ha bisogno di un certo tempo per adattarsi ad osservare nell’oscurità, un tempo che può essere di circa mezz’ora, di conseguenza ogni nuova luce farà stringere la pupilla e riprendere l’adattamento da capo.
Le Perseidi appariranno come veloci, piccole strisce di luce, quindi non resta che guardare in alto e godersi lo spettacolo. (30Science.com)