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Nel 2020 incidenti stradali giù del 31 per cento

(22 Luglio 2021)

(30Science.com) – Roma, 22 lug. – Nel 2020, in Italia – a causa di lockdown, blocchi della mobilità e coprifuoco dovuti all’emergenza Covid19 – rispetto al 2019, gli incidenti stradali e feriti si sono ridotti di un terzo (rispettivamente -31,3 per cento e -34 per cento), i morti di un quarto (-24,5 per cento), i feriti gravi di un quinto (- 20 per cento).

In valori assoluti, gli incidenti sono stati 118.298 (in media 324 al giorno, 13,5 ogni ora; erano 172.183 nel 2019), i morti 2.395 (6,5 al giorno, 1 ogni 3 ore e mezza; 3.173 nel 2019) e i feriti 159.249 (436 al giorno, 18 ogni ora; 241.384 nel 2019), dei quali gravi 14.102 (38,6 al giorno: 17.600 nel 2019). Tra le 2.395 vittime della strada, 1947 (81,29 per cento) sono uomini, 448 donne (18,71 per cento).

La diminuzione di incidenti più consistente si è registrata sulle autostrade (-39,9 per cento), seguite da strade urbane (-31,7 per cento) ed extraurbane (-27,5 per cento). Sempre sulle autostrade, si è registrata la riduzione maggiore (-37,1 per cento) di vittime. Seguono strade extraurbane (-25,7 per cento) e urbane (-20,3 per cento). I costi sociali dell’incidentalità stradale sono risultati pari a 11,6 miliardi di euro (0,7 per cento del Pil), contro i 16,9 miliardi (1 per cento del PIL) del 2019, per una riduzione del 31,4 per cento.

Sono questi i dati essenziali del Rapporto ACI-ISTAT sull’incidentalità stradale 2020, online da oggi.

Secondo il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, “L’analisi dei dati ACI-Istat dimostra che, purtroppo, la diminuzione di incidenti e vittime è legata, unicamente, ai provvedimenti di confinamento anti-Covid. L’andamento dell’incidentalità stradale si è mosso di pari passo con la riduzione di mobilità e poi con la ripresa. È, inoltre, evidente – ha aggiunto il Presidente dell’ACI – il coinvolgimento delle nuove forme di mobilità dolce. Sono necessarie regole peculiari per la circolazione di questi mezzi accanto ai veicoli a motore per una serena convivenza sulla strada. Solo con il rispetto reciproco, la conoscenza delle regole e l’educazione stradale per tutti, potremo avere una mobilità sicura. Accogliamo con piacere, dunque, il confronto avviato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile con Anci e rappresentanti della Sharing Mobility, nonché l’avvio dei lavori per la definizione entro l’anno di un Piano nazionale della Mobilità Ciclistica”.

L’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto anche sulla mobilità e sull’incidentalità stradale. Confinamenti, zone rosse e coprifuoco hanno ad esempio influito sul forte calo di vittime, feriti e incidenti nel loro complesso. In questo scenario va sottolineata una diffusione crescente della cosiddetta mobilità dolce” ha dichiarato Gian Carlo Blangiardo, Presidente dell’IstatA partire dal 2020 sono stati, infatti, rilevati incidenti stradali in cui sono coinvolti monopattini elettrici e biciclette. Secondo i risultati diffusi oggi, sono stati oltre due al giorno, da maggio a dicembre 2020, gli incidenti con lesioni a persone su monopattino elettrico. Si tratta di una tendenza preoccupante confermata anche nei mesi successivi”.

Cala il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti): da 52,6 a 40,3. In ben 13 Regioni, però, il numero di morti per 100mila abitanti è risultato più elevato rispetto alla media nazionale (4,0). Tra queste, gli scostamenti più rilevanti si registrano in Molise (8,4), Sardegna (5,9), Bolzano/Bozen (5,8), Umbria (5,2) ed Emilia-Romagna (5,0). Seguono Veneto (4,7), Abruzzo, Marche, Trento (tutte a 4,6), e Lazio (4,5). Cresce l’indice di mortalità (rapporto morti/incidenti con lesioni a persone) in tutti gli ambiti stradali: continua a essere più elevato sulle strade extraurbane (4,4 decessi ogni 100 incidenti), si attesta a 3,6 sulle autostrade, mentre è pari a 1,2 sulle strade urbane (rispettivamente 4,2; 3,4 e 1,0 nel 2019). La media nazionale è pari a 2,0 ed è praticamente invariata dal 2010. Aumenta leggermente anche l’indice di gravità (rapporto tra morti e morti+feriti per 100), pari a 1,48.

Guida distratta o andamento indeciso” (23.802 incidenti: il 15,7 per cento del totale), mancato rispetto di precedenza o semaforo (21.985 incidenti: 14,5 per cento) e velocità troppo elevata (15.194: 10 per cento) si confermano le principali cause di incidenti. Seguono: mancato rispetto della distanza di sicurezza (13.148 casi: 8,7 per cento) e “manovre irregolari” (es. retromarcia, inversione, invasione di corsia, manovre irregolari per sostare o attraversare la carreggiata…) (11.294: 8,7 per cento). La mancata precedenza al pedone (4.838) e il comportamento scorretto del pedone (4.252) rappresentano, infine, il 3,2 per cento e il 2,8 per cento delle cause di incidente.

L’analisi delle principali contravvenzioni elevate da Polizia Stradale, Carabinieri e Polizia Locale conferma, inoltre, l’aumento della velocità (oltre 2,2milioni di multe: più di 6mila al giorno, 251 ogni ora) e dell’uso del telefonino mentre si è al volante (circa 120mila multe: 335 al giorno, 14 ogni ora). Mentre quasi 30mila persone sono state multate per guida in stato di ebbrezza (25.902: 70 al giorno, quasi 3 ogni ora) o guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (3.831: 10 al giorno). I conducenti coinvolti in incidenti stradali sono stati 213.196: 163.593 uomini (76,7 per cento) e 49.603 donne (23,3 per cento). Di questi, 22mila circa (il 10,3 per cento) sono cittadini stranieri. 114.295 conducenti coinvolti sono risultati infortunati (il 56,3 per cento del totale). Di questi, 1.697 (1.516 uomini e 181 donne) sono morti (0,8 per cento) e 112.598 sono rimasti feriti (52,8 per cento). 98.901, invece, (46,4 per cento) sono gli incolumi.

Due le fasce d’età più ferite (20-24 e 25-29), mentre le vittime si concentrano tra i giovani e i più anziani. Gli incolumi sono prevalentemente 45-49enni. I conducenti deceduti sono stati 1.697 (1.516 uomini e 181 donne); i passeggeri deceduti, 289 (166 uomini e 123 donne). La maggiore riduzione di decessi (-34,8 per cento), si registra tra 15 e 19 anni; segue la fascia d’età 45-49 (-33,2 per cento). Le riduzioni più contenute, invece, riguardano le fasce 55/59 anni (-12,7 per cento) e 60/64 anni (-10,3 per cento). Tra i più giovani, appaiono più penalizzati i 30-34enni (-19,4 per cento). La nota più negativa è rappresentata dal forte aumento, in termini percentuali (i valori assoluti, per fortuna, rimangono bassi), delle morti tra i bambini per i quali il Paese aveva l’obiettivo “Zero Vittime”.

Nel 2020, 37 bambini tra 0 e 14 anni hanno perso la vita in incidenti stradali: +5,71 per cento rispetto al 2019 (35 bambini). Nella fascia d’età 5-9 anni, però, le vittime sono salite da 4 a 10 (+150 per cento) mentre, tra i 10 e i 14 anni, sono passate da 14 a 19 (+35,71 per cento). Gli occupanti dei veicoli per trasporto merci fanno registrare la diminuzione di vittime più contenuta, anche se in valore assoluto rappresentano il numero più basso (117 morti; -14,59 per cento). Su ciclomotori e motocicli, invece, hanno perso la vita 645 persone (erano state 786 nel 2019; -17,9 per cento). Sono 409 (265 uomini, 144 donne) i pedoni vittime della strada. Erano stati 534 nel 2019: -23,4 per cento. La mobilità dolce (biciclette e monopattini), infine, ha fatto registrare 176 vittime, di cui una su monopattino. Da maggio 2020, sono stati 564 gli incidenti rilevati con almeno un monopattino elettrico (più di 2 al giorno) – con 1 decesso e 518 feriti su monopattino, 33 pedoni investiti e feriti e 44 feriti su altri veicoli, soprattutto biciclette e motocicli. (30science.com)

 

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