Valentina Di Paola

Le geometrie fantastiche del broccolo romanesco sono gemme che crescono all’infinito

(8 Luglio 2021)

(30Science.com) – Roma, 8 lug. – Le caratteristiche e inconfondibili punte del cavolfiore romanesco sono in realtà dei boccioli, che non riescono a produrre fiori.

A risolvere il mistero di una delle forme vegetali più peculiari gli scienziati del Centre national de la recherche scientifique (CNRS) e dell’Institut national de recherche en informatique et en automatique (INRIA), che hanno pubblicato i risultati delle loro indagini sulla rivista Science.

Il team ha utilizzato modelli matematici e di biologia vegetale per comprendere l’origine della particolare struttura dei broccoli che segue il modello dei frattali. Secondo il gruppo di ricerca, i cavolfiori, specialmente della varietà romanesca, sono in realtà dei boccioli progettati per diventare fiori, che però si sviluppano in steli e continuano a crescere senza limitazioni.

Il cavolfiore, spiegano gli autori, nasce pertanto da questa reazione a catena. A differenza di altre specie vegetali, nel broccolo romanesco le gemme possono crescere e moltiplicarsi senza foglie praticamente all’infinito. La forma caratteristica di questa verdura dipende quindi dal fatto che gli steli producono gemme in modo sempre più rapido, e l’accelerazione conferisce ad ogni fiore un aspetto piramidale.

Lo studio, concludono gli autori, evidenzia come la selezione delle mutazioni nelle piante durante il processo di addomesticamento abbia cambiato, a volte drasticamente, la forma delle specie vegetali che raggiungono le nostre tavole. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e quest’anno ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).