Valentina Di Paola

Covid: CureVac, la bassa efficacia potrebbe dipendere dall’RNA utilizzato

(24 Giugno 2021)

(30Science.com) – Roma, 23 giu. – Gli scarsi risultati ottenuti dalla sperimentazione del vaccino a base di RNA messaggero prodotto dall’azienda biofarmaceutica CureVac rappresentano un vero e proprio enigma scientifico, ma alcuni scienziati ipotizzano che la bassa efficacia emersa dai trial potrebbe essere dovuta alla composizione stessa del farmaco.

A questo argomento la rivista Science dedica un approfondimento, ripercorrendo alcuni degli aspetti salienti del farmaco. Secondo i vertici della società farmaceutica, il vaccino potrebbe aver sofferto della presenza di numerose varianti di SARS-CoV-2 e della rapida evoluzione dell’agente patogeno, ma le alternative a base di mRNA sviluppate da Pfizer e Moderna sembrano efficaci anche nei confronti delle varianti di preoccupazione.

I dati preliminari pubblicati sulla rivista Nature suggeriscono che il prodotto CureVac abbia un’efficacia del 47 per cento. Per l’indagine sono state arruolate 40 mila persone in America Latina ed Europa. “Dimostrare un’elevata efficacia del vaccino in uno scenario ad alta variabilità – osserva Franz-Werner Haas, CEO di CureVac – è piuttosto impegnativo”. Alcuni esperti, però, ipotizzano che i risultati del trial potrebbero dipendere dalla composizione stessa del vaccino, che non sarebbe abbastanza immunogenico.

I vaccini a mRNA attualmente in distribuzione sembrano efficaci nel prevenire la maggior parte dei ricoveri e dei decessi anche in caso di varianti – osserva Kathleen Neuzil della University of Maryland School of Medicine – non credo che le prestazioni di CureVac possano essere dovute semplicemente alla presenza di ceppi mutati”. “Il vaccino potrebbe non essere abbastanza immunogenico – spiega John Moore, immunologo presso la Weill Cornell Medicine – il tipo di mRNA utilizzato da CureVac potrebbe compromettere la formazione di anticorpi neutralizzanti per SARS-CoV-2”. Pfizer e Moderna utilizzano infatti dell’mRNA modificato, in cui la componente dell’uridina viene sostituita dalla pseudouridina, in modo da inibire la reazione immunitaria da parte dell’organismo e portare l’mRNA direttamente alle cellule. Questa sostituzione sembra in grado di ridurre il rischio di effetti infiammatori.

Nel farmaco CureVac viene invece alterata la sequenza di lettere di RNA, e questo, secondo alcuni, potrebbe ridurre l’efficacia del vaccino. I vertici di CureVac ribadiscono che sarà necessario attendere l’analisi finale dello studio per valutare appieno le caratteristiche del vaccino. “I dati che aspettiamo – sostiene Haas – dovrebbero essere disponibili nelle prossime tre settimane”. Nel frattempo, la società sta lavorando anche a un’altra soluzione vaccinale, insieme all’azienda londinese GlaxoSmithKline. La sperimentazione animale suggerisce che queste dosi potrebbero suscitare una produzione di anticorpi neutralizzanti dieci volte più elevata. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e quest’anno ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).